Esclusivo. Un cacciatore di fossili dilettante ha scoperto uno straordinario reperto che rivoluziona le teorie scientifiche.

INCREDIBILE : HO TROVATO IL PRIMO DINOSAURO ITALIANO

Lo scheletro era "custodito" nelle rocce di una località del Sannio. Si tratta del cucciolo di un carnivoro terrestre, proprio là dove si pensava ci fosse il mare : questo "riscrive" la storia geologica d'Italia. Le prime conferme, entusiastiche del mondo della scienza.

di Franco CAPONE

Articolo del settimanale OGGI -  del 1 novembre 1993 n.44 - Foto del reperto fossile in copertina con la dicitura "Ecco Ciro il primo dinosauro italiano" - Articolo composto di  pagine n. 7- (32-38) - Foto n. 8 di cui :  tre immagini raffiguranti la lastra del fossile di dinosauro (prima del restauro) con i relativi particolari del cranio e degli artigli, due immagini raffiguranti dei modellini che riproducono l'animale in vita, un' immagine del  panorama del territorio di Pietraroja dove é stato ritrovato il fossile, due primi piani del   prof. Giorgio Teruzzi (conservatore di paleontologia del Museo di Storia Naturale di Milano) e del prof. Giuseppe Leonardi  (conservatore di paleontologia del Museo Tridentino  di Scienze Naturali) consultati per la verifica dell'autenticità del reperto - Disegni n.2 di Renzo Zanetti che illustrano la rappresentazione nel planisfero  del ritrovamenti di fossili di dinosauro.

Si riportano alcuni stralci più significativi dell'inedita scoperta.

"La vicenda destinata a sconvolgere molte nostre certezze scientifiche e forse a riscrivere la storia geologica della nostra penisola, iniziò alcuni anni fa nella brulla campagna di Pietraroia, un paesino in provincia di Benevento, noto solo agli appassionati "cacciatori"  di fossili....... A chi scrive da diversi giorni impegnato in un'inchiesta sui "cacciatori" di fossili in Italia, arriva una telefonata. Dall'altra parte del filo il nostro collezionista, anonimo annuncia di avere forse tra le mani il primo dinosauro italiano, ritrovato nel giacimenti di Piatraroia in provincia di Benevento...... Andiamo all'appuntamento ed inconriamo il nostro uomo: accento veneto, barba bianca, modi semplici, passione per il fossili che sembra veritiera. Tutto il contrario del tombarolo romano e del venditore di patacche. Ha con se una valigetta di plastica, dentro c'é il presunto dinosauro. Il fossile che appare straordinarimente intatto, sembra davvero il mitico animale, diventato ormai una presenza troppo  ingombrante nella casa di un tranquillo borghese con l' hobbi dei piccoli fossili. l' ho trovato alcuni anni fa, racconta , quando la ditta mi aveva trasferito in Irpinia. La domenica si andava a fossili, spesso anche con i figli......Il collezionista affascinato dall'idea della grande scoperta, si separa con una vena di rimpianto e malcelato orgoglio dalla sua valigetta, che in poche ore finisce in mano ad un paleontologo  del Museo di Storia Naturale di Milano Giorgio Teruzzi. Lo studioso fa un balzo sulla sedia. Si alza fa un giro intorno al tavolo e si risiede emozionato e garantisce  : é senza alcun dubbio un dinosauro autentico. A giudicare dalle dimensioni e dalla grandezza della testa e degli occhi si tratta di un cucciolo. E che dire della sua provenienza? Il paleontologo esperto in giacimenti eccezionali , conferma la località dichiarata dal raccoglitore : il cucciolo viene da Pietraroja in provincia di Benevento, colore, tipo di fossilizzazione, caratteristiche litografiche e sedimentarie della lastra provano che la località é certamente quella......Del problema investiamo subito un latro paleontologo, Giuseppe Leonardi a capo dell'Istituto Religioso Cavanis di Venezia, anni ed anni di ricerca in america latina, una delle massime autorità mondiali in fatto di dinosauri. Anche lui apre la valigetta e fornisce tempestivamente la seconda importante conferma. Lo fa con uno studio scientifico di 11 cartelle, effettuato in una notte di pioggia scrosciante.......   L'esemplare é assolutamente autentico, dichiara lo studioso proviene davvero dalla località di Pietraroia. Trattasi di probabile nuova famiglia, e ad un nuovo primo esame il cucciolo sembra essere del gruppo di dinosauri chiamato maniraptora. L'importanza scientifica di questo dinosauro consiste nel fatto che si tratta di una forma completamente nuova . E' una scoperta italiana di portata internazionale...... Il giacimento di Pietraroia, alle pendici settentrionali del monte del Matese, é noto dalla letteratura scientifica già alla fine del Settecento, sopratutto per il ritrovamento di pesci preistorici  perfettamente conservati. Da diversi anni, però, é stato dimenticato a giudicare dall'inesistenza di tutela e di ricerca sul posto. E' una superficie di 25 metri di strati che si trovano davanti ad un grande fabbricato mai ultimato per mancanza di fondi. L'edificio doveva essere una casa di risposo per anziani . Qualcuno aveva suggerito di completarlo almeno in alcune parti per farne un museo locale di fossili. Oggi vi riposano le capre, una delle principali risorse del Comune che non supera i 1000 abitanti.  Per questo giacimento dicono a Pietraroja non é mai stato creato un solo posto di lavoro, nemmeno per un guardiano. Eppure la Regione con un progetto molto discusso , ha stanziato recentemente un miliardo soltanto per attrezzare con passerelle e camminamenti l'area fossilifera.......Il cucciolo fossile che abbiamo battezzato Ciro, data la sua provenienza geografica, sarebbe dunque il nonno del velociraptor. La classificazione definitiva sarà compito degli specialisti. Si   prevede un lavoro complesso che durerà alcuni mesi per decidere se si tratta di un nuovo genere di dinosauro, o come previsto, di una nuova famiglia. Poi Ciro, il primo dinosauro italiano, avrà finalmente il suo nome scientifico.

Ciro deve tornare nei luoghi ai quali appartiene

di Maria RICCA del Sannio Quotidiano

Insomma, forse "Ciro" non abiterà più' qui. Lo studio comparso su "Nature", rivista internazionale, a firma degli studiosi Cristiano Dal Sasso del Museo Civico di Milano e Marco Signore dell'Universita' di Napoli, nel quale viene documentata l'eccezionalità del dinosauro, ufficialmente "Scipionyx Samniticus", potrebbe non servire a riportarlo nella sede che dovrebbe accoglierlo di diritto, nel Sannio, laddove fu ritrovato. "Ciro", con maggiore probabilita', dovrebbe essere esposto in copia prima in tutti gli altri Musei Italiani, e poi, in originale, al Museo Paleontologico di Napoli. E "ciò, dimenticando e defraudando Pietraroja ed il Sannio". A lanciare l'allarme e' il consigliere provinciale Giuseppe Lamparelli, che in un appello al Presidente della Provincia Roberto Russo e al Presidente del Consiglio Provinciale chiede "l'immediato intervento dell'Amministrazione attiva e la votazione di un ordine del giorno del Consiglio provinciale, da partecipare alla deputazione sannita e presentare direttamente in delegazione al Ministero dei Beni Culturali, per rivendicare con fermezza le legittime aspettative di Pietraroja e del Sannio impedendo che una delle poche risorse di cui disponiamo possa esserci sottratta". Il Consigliere Lamparelli, già nel maggio 1994, ebbe modo di interessarsi del cucciolo di dinosauro "Ciro", rivendicando il diritto del Sannio ad ospitare il reperto. Esso, secondo il consigliere, costituisce una formidabile risorsa, potenzialmente capace di attrarre un notevole flusso di visitatori e studiosi da tutto il mondo, come i fatti di questi giorni ampiamente dimostrano. E invece, a distanza di quattro anni, la Sopraintendenza non solo non ha riportato il fossile nel Sannio, "ma addirittura dalla Stampa si apprende che si intende inviare una copia del reperto in giro per i Musei Italiani" e che appunto, come detto sopra, l'originale sarà successivamente presentato nel Museo Paleontologico di Napoli. E se l'Associazione Culturale Onlus "Un futuro a Sud", presieduta da Luciano Campanelli, geologo, aveva sottoposto all'attenzione delle autoritaà la necessità di promuovere la campagna di scavi nel parco geopaleontologico di Pietraroja, i cui fondi, oggi inutilizzati, sono già da tempo stanziati dalla legge n. 64, nei giorni scorsi, come si ricorderà, sull'argomento era intervenuto anche il gruppo Isidea. Esso richiedeva, sempre al Presidente Russo, di porre all'ordine del giorno del prossimo Consiglio Provinciale la discussione dell'emblematico caso del dinosauro "Ciro", ritrovato a Pietraroja, per evitare la sua migrazione in mostre a Salerno o in altri musei: "Prima di pensare - diceva il gruppo Isidea - ad uno specifico Museo a Pietraroja, per il quale invocare già da ora l'intervento del Ministero dei Beni Culturali, si allestisca un'accurata Mostra alla Rocca dei Rettori o all'ex carcere di San Felice, in cui presentare per la prima volta al pubblico il "cugginetto" sannita del Tyrannosaurus Rex e saremo al centro dell'attenzione del mondo. In questo modo, potremmo continuare a sentir parlare, come avvenuto ascoltando il TG2, di Jurassic Park in provincia di Benevento. Altrimenti qualcuno non mancherà di rievocare un altro film, il "Titanic", per commentare metaforicamente l'ennesimo nostro naufragio".

Cirod

Zone Paleontologiche da Tutelare

di Lella PREZIOSI
(Messaggio d'Oggi del 2 Aprile 1998)

"Un Futuro a Sud": e' questo il nome dell'associazione culturale ONLUS (Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale) di recente costituzione, che si occupera' della promozione e tutela delle risorse storiche e geoambientali della provincia sannita. Al suo presidente, geologo Luciano Campanelli, abbiamo rivolto alcune domande su questa iniziativa e sullo stato in cui versa il patrimonio geopaleontologico del nostro territorio. 

D. Perche' la scelta del nome "Un Futuro a Sud ?" 
R. Perché sintetizza un'esigenza diffusa, cioé quella di coniugare la promozione e la valorizzazione delle risorse storiche-architettoniche e geoambientali di un territorio che vanta giacimenti culturali purtroppo ancora non adeguatamente valorizzati e che conosce un alto livello di disoccupazione intellettuale, quindi un patrimonio professionale che le istituzioni non riescono ancora ad utilizzare". 
D. Qual'e' l'obiettivo primario dell'associazione ? 
R. Contribuire alla conoscenza del proprio habitat attraverso la divulgazione di ricerche e di studi per stimolare le autorita' pubbliche, gli organismi privati e gli enti territorialmente competenti delle materie che andremo a trattare. Quindi, consolidare una consapevolezza sociale ai vari livelli decisionali per promuovere uno sviluppo eco-comaptibile. 
D. Quale sara' il vostro impegno al riguardo ? 
R. Stiamo gia' lavorando ad una serie di iniziative. La prima, e' la richiesta di un sollecito da parte delle autorita' competenti di iniziare i lavori di scavo nel parco geopaleontologico di Pietraroja. A riguardo abbiamo infatti segnalato lo stato di scarsa fruizione e di parziale abbandono in cui versa da anni il parco, che rappresenterebbe un potenziale di sicuro interesse a livello nazionale, forse mondiale. E' necessario aggiungere anche che i fondi della legge 64 per l'inizio degli scavi non si riescono a spendere, e intanto si recinta il parco. Un tempo si era pensato di utilizzare una casa di riposo (oggi opera incompiuta), attigua al parco geopaleontologico, per preservare i fossili che invece hanno trovato una più sicura collocazione in musei al di fuori della nostra provincia. 
D. Mi sembra di capire che ci sia stato un depauperamento delle risorse geopaleontologiche sul nostro territorio verso altri siti ? 
R. Sembrerebbe di si. Basti pensare alla recente scoperta del fossile denominato "Ciro": un cucciolo di dinosauro di 120 milioni di anni e' stato ritrovato a Pietraroja! E pare sia un esemplare unico al mondo e sarà esposto per la prima volta a Salerno. E' necessario un maggiore coinvolgimento e soprattutto garanzia da parte delle istituzioni affinché possa esserci una legittima riappropriazione delle risorse fossili di Pietraroja e di altri reperti che potrebbero venire alla luce se si promuove una campagna di scavi.
D. Di recente e' stato portato a termine un interessante studio su Ciro.
R. Mercoledi' 26 Marzo presso il Museo Civico di Storia Naturale di Milano, come riportato da tutti i più importanti organi di informazione, c'e' stata la conferenza stampa per la pubblicazione dei risultati di un dottorato di ricerca finanziato dalle borse della Comunità Economica Europea. Una ricerca eseguita da Carmela Barbera, ordinario della cattedra di Paleontologia dei vertebrati dell'Università di Napoli e condotta da Marco Signore. La ricerca su Ciro ha rilevato testimonianze così significative da essere oggetto di una pubblicazione sulla prestigiosa rivista "Nature". Questo straordinario fossile, affettuosamente denominato "Ciro", ma oggi battezzato come Scipionyx Samniticus, rappresenterebbe il primo dinosauro italiano e con eccezionale fossilizzazione che lo renderebbe unico al mondo sia per le dimensioni che la presenza di tracce organiche. E sicuramente una scoperta inquietante. 
D. Quali sono i programmi da realizzare ? 
R. La nostra associazione, anche se di recente costituzione, da anni si interessa di divulgare il patrimonio geopaleontologico della provincia sannita. Già circa 10 anni fa costituimmo un Comitato Scientifico ed organizzammo sotto la guida scientifica di Carmela Barbera dell'Università di Napoli, con la direzione museografica di Elio Galasso ed il patrocinio dell'Assessorato dell'Amministrazione Provinciale di Benevento, la mostra "Duecento milioni di anni fa: itinerari alla scoperta dei fossili della provincia di Benevento", iniziativa che ebbe molto successo. Già da allora si intravedeva il particolare interesse non solo per Pietraroja ma anche per le altre località, come la zona delle cave di marmo di Vitulano, Baselice (oggi sede di un museo sui fossili della zona), di Tufara e Montesarchio. 
D. Sembrerebbe che le localita' fossilifere ricoprano un po' tutto il territorio della provincia di Benevento ?
R. Certamente, questa dislocazione rappresenta un'opportunità per far conoscere la storia geologica di questo territorio ed e' l'occasione per contribuire ad uno sviluppo economico-turistico ed occupazionale. Soprattutto se si considera che dette zone fossilifere ricadono nel Parco Naturale del Taburno ed in quello del Matese, entrambi di recente istituzione. E' importante preservare il bene "fossile" nel sito in cui si e' fossilizzato ed evitare di decontestulizzarlo come e' avvenuto in passato. E' necessario creare le premesse ed offrire la garanzia e la credibilità perché queste "fughe" non avvengano. Riprendiamo gli scavi a Pietraroja con competenza e professionalità; promuoviamo sul territorio una campagna di sondaggi geognostici per capire bene la stratigrafia del sottosuolo ed avere maggiore probabilità di individuare livelli entro cui recuperare i resti fossili. Troviamo un modo alternativo per integrare uno sviluppo che non può basarsi solo sull'edilizia che, e' noto, trova molti ostacoli per i molteplici vincoli territoriali che gravano in particolare sui territori di interesse geopaleontologico (vincolo archeologico, vincolo idrogeologico, vincoli sismici, piani paesistici, articolazione zonale del parco, etc.) Diamo un impulso alla ricerca scientifica in questo senso che parte dal territorio affinché nasca nuova linfa per la Facoltà di Geologia dell'Università di Benevento. Bisogna recuperare creatività, orgoglio ed entusiasmo, mettendoci a lavorare, di comune accordo, per uno sviluppo sostenibile. Le opportunità offerte dalla Comunità Economica Europea ci sono, come e' dimostrato dal dottorato di ricerca che ha avuto come argomento lo studio del dinosauro Ciro. Tutto questo e' utile anche per dare un futuro al Sud attraverso istituzioni sensibili e sollecite a tutte le iniziative possibili. 

Cirod

Intervista radiofonica rilasciata nella trasmissione
"Italia no Italia si"

RAI radiouno venerdi' 3 aprile 1998

Conduttrice : e passiamo ad un altro ascoltatore che ci ha segnalato un argomento di particolare interesse, il dott. Luciano Campanelli. Lei chiama da Benevento. Qual e' il motivo della sua chiamata ?
Campanelli : volevo segnalare una situazione di particolare interesse che riguarda il Parco geopaleontologico di Pietraroja, il primo istituito in Italia che ha dato alla luce un fossile di dinosauro denominato Ciro e ribattezzato dalla comunità scientifica come Scipionyx Samniticus.
Conduttrice: In pratica il dinosaurino che e' stato rinvenuto di cui tutta la stampa nazionale ha ampiamente notizia. La sua denuncia di che natura e' ?
Campanelli : come Associazione Culturale ONLUS "Un futuro a Sud" ci siamo attivati per promuovere questo parco e sollecitare una ripresa degli scavi, attività per la quale e' stato stanziato un finanziamento cospicuo da tempo bloccato. E' solo di ieri la notizia secondo la quale qualcosa si stia movendo. Volevo chiedere a chi di competenza se sono stati effettivamente rimossi tutti gli impedimenti che hanno ritardato l'inizio degli scavi. Questa e' un opportunità straordinaria per il nostro territorio in considerazione del fatto che nella nostra provincia e' in corso una rinascita culturale se si considera il raggiungimento dell'autonomia della sede universitaria, l'università del Sannio, quindi questa scoperta rappresenta lo stimolo per incentivare una ricerca.
Conduttrice : ed e' proprio di ricerca che volevamo parlare, grazie della segnalazione oltre che certo della denuncia del degrado, ma della ricerca della ripresa dell'interesse del mondo accademico verso questa zona. Abbiamo con noi la professoressa Carmela Barbera titolare della Cattedra di Paleontologia dei Vertebrati dell' Universita' di Napoli Federico II. Buongiorno professoressa. Lei e' a corrente della situazione in cui versa questa zona ma e' noto visto la scoperta che l'interesse e' molto.
Barbera : come istituto ci occupiamo di Pietraroja da circa venti anni, personalmente da più di trenta. Conosco la situazione di Pietraroja da quando era una discarica di immondizia e veniva depredata regolarmente fino all'istituzione del parco, agli scavi del 1982. Personalmente sono titolare di una concessione di scavo della Sovrintendenza ed abbiamo scavato nel 1996 limitatamente alle nostre finanze perché giova sapere che per Pietraroja io sono stata finanziata per tre milioni del 1995 ed un milione nel 1996 dall'Università di Napoli.
Conduttrice : immagino che ha realizzato cose grandiose con queste cifre ?
Barbera : personalmente ho fatto richiesta due volte alla Regione Campania.
Conduttore : ma professoressa vi siete mai rivolti ai privati per una sorta di sponsorizzazione ?
Barbera : ai privati no perche' sul territorio i privati sembrano che siano molto poco sensibili. 
Conduttore : allora faccia una cosa approfitti di Radiouno e lanci un appello e vediamo se qualcuno non soltanto nella zona ma in tutta Italia sia sensibile.
Barbera : i privati sono favorevoli a depredare queste risorse, perché prima della tutela e dei vincoli imposti dalla Sovrintendenza questi fossili venivano regolarmente depredati. Le faccio un esempio c'era un pesce splendido le prime volte che frequentai Pietraroja sul gradino della chiesa e dopo qualche anno e' sparito ed e' andato sul mercato clandestino dei fossili.
Conduttrice : Non so se questa trasmissione serva a sensibilizzare maggiormente le nostre Sovrintendenze e chi stanzia i finanziamenti per queste attività. Professoressa se lei puo' concludere rapidamente sperando che il nostro ascoltatore Luciano Campanelli sia soddisfatto delle risposte.
Barbera : io spero che l'Università di Benevento si faccia promotrice di questa risorsa e spero che questo piccolo dinosauro riesca a polarizzare l'attenzione sull'area che e' una regione molto depressa della Campania.
Conduttrice : grazie professoressa. Un ultima battuta Campanelli.
Campanelli : A riguardo volevo aggiungere che e' necessario aggregare tutte le forze per presentare progetti ed intercettare i finanziamenti della Comunità Economica Europea.
Conduttrice : la professoressa ci sembra molto battagliera ed io credo che voi possiate contare veramente su un'alleata. Io vi ringrazio della segnalazione ed arrivederci.